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FAQ
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I vantaggi includono prezzi inferiori al mercato, possibilità di trovare occasioni interessanti e procedure trasparenti. Tuttavia, è importante fare una valutazione accurata e verificare eventuali vincoli o pendenze. Con l’avvento delle aste on-line la partecipazione è diventata molto più numerosa, e spesso si riscontrano valori vicini, uguali o anche superiori a quelli che si trovano sul libero mercato.
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Le principali cause di sfratto includono il mancato pagamento del canone di locazione, la scadenza del contratto di affitto, l'uso improprio dell'immobile da parte dell'inquilino, e la necessità del proprietario di riutilizzare l'immobile per uso personale o familiare.
Quali sono le procedure legali per avviare uno sfratto per morosità?
Per avviare uno sfratto per morosità, il proprietario deve inviare una lettera di sollecito all'inquilino. Se il pagamento non avviene entro il termine stabilito, il proprietario può rivolgersi al tribunale per ottenere un'ordinanza di sfratto. Successivamente, viene fissata un'udienza in cui il giudice può emettere il provvedimento di sfratto.
Quanto tempo può durare una procedura di sfratto?
La durata di una procedura di sfratto può variare da pochi mesi a oltre un anno, a seconda della complessità del caso e del carico di lavoro del tribunale. Solitamente, lo sfratto per morosità è più rapido rispetto ad altre cause.
Cosa deve fare un inquilino se riceve una notifica di sfratto?
L'inquilino deve leggere attentamente la notifica e considerare le ragioni dello sfratto. Se ritiene che lo sfratto sia ingiustificato, può contestarlo in tribunale. In alternativa, può cercare di risolvere il problema con il proprietario, ad esempio pagando l'affitto arretrato se lo sfratto è per morosità.
Quali sono i diritti dell'inquilino durante una procedura di sfratto?
L'inquilino ha il diritto di essere informato delle motivazioni dello sfratto e di contestare lo sfratto in tribunale. Inoltre, ha diritto a un termine minimo per lasciare l'immobile, che varia a seconda della causa dello sfratto e delle leggi locali.
Cosa succede se un inquilino non lascia l'immobile dopo un'ordinanza di sfratto?
Se l'inquilino non lascia l'immobile dopo un'ordinanza di sfratto, il proprietario può richiedere l'intervento dell'ufficiale giudiziario per eseguire lo sfratto forzato. In alcuni casi, può essere necessaria anche la presenza della forza pubblica.
È possibile sospendere uno sfratto?
Sì, uno sfratto può essere sospeso se l'inquilino presenta un ricorso motivato al tribunale e il giudice ritiene che ci siano ragioni valide per farlo. Ad esempio, possono essere considerate le difficoltà economiche dell'inquilino o la mancanza di alternative abitative immediate.
Quali sono le conseguenze di uno sfratto per l'inquilino?
Le conseguenze di uno sfratto possono includere la perdita dell'abitazione, difficoltà a trovare un nuovo alloggio, danni alla reputazione e possibili implicazioni legali o finanziarie, come la richiesta di pagamento degli affitti arretrati e delle spese legali.
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Le cause più comuni di sfratto per uso improprio includono l'uso dell'immobile per scopi illegali, il danneggiamento dell'immobile, la sublocazione non autorizzata e il disturbo della quiete pubblica.
Come può un proprietario documentare le cause di sfratto?
Un proprietario può documentare le cause di sfratto raccogliendo prove come lettere di sollecito inviate all'inquilino, testimonianze di vicini, fotografie di danni all'immobile, e registrazioni di comunicazioni scritte tra le parti.
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principali documenti necessari includono l'atto di proprietà, la visura catastale, il certificato di abitabilità, il certificato energetico (APE), e eventuali documenti relativi a ristrutturazioni e conformità impiantistica.
Quali sono le fasi della compravendita di un immobile?
Le fasi principali includono la trattativa, la proposta d'acquisto, il compromesso (contratto preliminare), e infine il rogito (atto notarile di compravendita).
Cosa include un compromesso di compravendita?
Un compromesso di compravendita include i dati delle parti, la descrizione dell'immobile, il prezzo di vendita, le modalità di pagamento, la data del rogito, e eventuali condizioni sospensive.
Quali sono i costi aggiuntivi nella compravendita di un immobile?
I costi aggiuntivi includono le imposte di registro, catastali e ipotecarie, le spese notarili, le provvigioni dell'agenzia immobiliare e eventuali costi di perizia e mutuo.
Quali sono i diritti dell'acquirente durante la compravendita di un immobile?
L'acquirente ha il diritto di ottenere tutte le informazioni sull'immobile, di verificare la regolarità urbanistica e catastale, di richiedere la documentazione relativa a eventuali lavori di ristrutturazione, e di effettuare un'ispezione dell'immobile prima dell'acquisto.
Come posso tutelarmi da eventuali problemi legati all'acquisto di un immobile?
È consigliabile effettuare una verifica accurata dei documenti dell'immobile, richiedere una perizia tecnica, consultare un notaio di fiducia, e inserire clausole di garanzia nel compromesso.
Queste domande e risposte dovrebbero fornire una buona base di informazioni per chi è coinvolto nella compravendita di immobili e nella gestione delle provvigioni agli agenti immobiliari.
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È un tipo di contratto di affitto dove l'importo del canone è stabilito secondo accordi locali tra associazioni di proprietari e inquilini, al fine di mantenere i canoni di affitto competitivi rispetto al mercato libero e offre la possibilità di durate differenti in base alla tipologia di contratto.
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Le associazioni dei proprietari e degli inquilini negoziano e stabiliscono gli accordi territoriali che definiscono i canoni di affitto, le condizioni contrattuali e le modalità di calcolo del canone concordato. Successivamente verificano con un’attestazione di conformità che il contratto sia conforme all’accordo locale di riferimento.
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Sentenza del TAR Lombardia (Numero di registro generale 2366 del 2023)
Parti coinvolte:
• Ricorrenti: Associazione Nazionale Unioncasa, Confabitare - Associazione Proprietari Immobiliari, Feder.Casa Provinciale Milano, Assocasa Lombardia.
• Resistente: Comune di Milano.
• Intervenuto: Uniat Unione Nazionale Inquilini Ambiente e Territorio.
Oggetto del ricorso:
• Annullamento della Determinazione Dirigenziale del Comune di Milano (atto n. DD 7501 dell'11 settembre 2023) nella parte in cui esclude l'accordo territoriale sottoscritto il 12 giugno 2023 dalle Associazioni Assocasa, Feder.casa Lombardia, Confabitare e Unioncasa, dall'applicazione dell'aliquota agevolata IMU e dall'accesso ai contributi economici erogati dal Comune tramite l'agenzia "Milano Abitare".
Motivi del ricorso:
1. Violazione della normativa vigente: Le associazioni ricorrenti sostengono che il Comune di Milano non ha rispettato gli articoli 2 e 4 della legge 431/1998 e il DM 16 gennaio 2017, che disciplinano gli accordi territoriali per i canoni concordati. Secondo loro, il Comune non può escludere un accordo validamente raggiunto dalle agevolazioni fiscali previste dalla legge.
2. Difetto di motivazione e sviamento di potere: Il provvedimento del Comune è ritenuto privo di motivazione adeguata e basato su un'interpretazione erronea della normativa, con un'evidente deviazione dal corretto esercizio del potere amministrativo.
Decisione del TAR Lombardia:
• Accoglimento del ricorso: La sentenza accoglie il ricorso delle associazioni ricorrenti, annullando la parte della Determinazione Dirigenziale del Comune di Milano che esclude l'accordo sottoscritto dalle associazioni ricorrenti dalle agevolazioni fiscali.
• Ruolo del Comune: Il TAR Lombardia chiarisce che il ruolo del Comune è limitato a promuovere la trattativa tra le associazioni maggiormente rappresentative dei proprietari e degli inquilini e a dare pubblicità agli accordi raggiunti. Il Comune non ha il potere di approvare, influire o stabilire gli accordi territoriali, che sono di esclusiva competenza delle parti sociali.
• Validità di più accordi: La sentenza conferma che possono esistere più accordi territoriali validi nello stesso Comune, purché rispettino i criteri stabiliti dalla normativa vigente (legge 431/1998 e DM 16 gennaio 2017).
Riferimenti normativi:
• Legge 431/1998: Regola la stipula e il rinnovo dei contratti di locazione a canone concordato.
• DM 16 gennaio 2017: Stabilisce i criteri generali per la realizzazione degli accordi locali per i contratti di locazione a canone concordato.
Conclusioni:
La sentenza del TAR Lombardia ribadisce che i Comuni non possono influire sugli accordi territoriali per i canoni concordati, che devono essere negoziati e stabiliti dalle associazioni dei proprietari e degli inquilini. I Comuni devono limitarsi a promuovere le trattative e a dare pubblicità agli accordi raggiunti, senza interferire con il contenuto degli stessi.
Questa sentenza ha quindi annullato la determinazione del Comune di Milano che escludeva uno degli accordi territoriali dalle agevolazioni fiscali, confermando la validità e l'equità della normativa in vigore.
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