Unioncasa, esprimendo solidarietà agli studenti universitari in relazione alle esigenze manifestate con le loro civili e concrete proteste, afferma che la soluzione al problema abitativo esiste, basta solo volerla attuare. Per voce del Presidente Flavio Sanvito sostiene ”la soluzione sarebbe molto semplice. Analizzare perché in molti comuni il canone concordato funziona ed in altri no e fare tesoro delle esperienze positive.
Ad esempio è paradossale che a Milano si facciano meno contratti a canone agevolato rispetto a città come Pesaro o Ferrara che hanno un ventesimo degli abitanti. Il motivo? Canoni frutto di accordi fuori dalla realtà che allontanano i proprietari da un’alternativa con la scelta obbligata dell’affitto a libero mercato.
Purtroppo frequentemente le battaglie ideologiche non fanno il bene delle parti che si vorrebbero
rappresentare, ma le penalizzano. Ci siamo sempre trovati davanti ad un muro di gomma di fronte alla richiesta di voler prendere consapevolezza che un accordo che funziona guarda al mercato. Sottoscrivere un accordo dove tra canoni di mercato e canoni agevolati c’è una forbice del 60% non aiuta nessuno.
Non aiuta l’inquilino a risparmiare, né stimola il proprietario ad ottenere uno sconto fiscale complessivo inferiore al 15% e quindi troppo esiguo. Guarda caso gli accordi che funzionano sono proprio quelli dove il delta tra i due canoni è intorno al 20/25% massimo, giustificato magari anche da una durata inferiore rispetto al 4+4 anni.
Il problema è sicuramente anche frutto di una politica sulla casa miope e che da decenni è sempre stata scaricata sulla proprietà prima con l’equo canone e poi con il blocco sistematico degli sfratti ed una disaffezione anche dell’investimento finalizzato all’affitto abitativo.
Ma dove è possibile, e questo è il caso degli accordi territoriali, è responsabilità e dovere delle Associazioni della proprietà e dell’inquilinato trovare canoni realmente applicabili e non ottenere condizioni impraticabili che non risolvono, ma boicottano il mercato delle locazioni abitative, rendendosi complici di assottigliare la già insufficiente offerta abitativa tradizionale a vantaggio di case trasformate in B&B molto più remunerative”.
Associazione Nazionale Unioncasa
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