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Immagine del redattoreUnioncasa Milano

LE TRUFFE TELEFONICHE

Aggiornamento: 3 apr

LA TRUFFA DEL “SI”

una persona con una maschera che fa una chiamata

A seguito della liberalizzazione della telefonia, dell’energia elettrica avvenuta il 10 gennaio ultimo scorso e del gas che avverrà il primo luglio prossimo venturo, la truffa più ricorrente è quella del “SI”. Operatori truffaldini si sono già insinuati nella quotidianità dei cittadini per tentare di “appioppare” un nuovo contratto ai malcapitati esasperandoli e facendo leva nel contempo sul risparmio, salvo non illustrare la componente onerosa come, ad esempio, i costi aggiuntivi omessi intenzionalmente.   

Il sistema è infido: si viene contattati telefonicamente da call center ed apparirà sul display del proprio telefono un numero di cellulare o un numero fisso con prefisso italiano per carpire con più facilità la buona fede dell’interlocutore. Per prima cosa l’operatore porrà la classica domanda: “Lei è il sig. Mario Rossi?”. Se l’ignaro interlocutore risponde di “si” la comunicazione si interrompe. Ebbene, lo scopo dell’atto truffaldino posto in essere consiste nel registrare il “sì” del consumatore che risponde; dopodiché, Il “si” registrato verrà utilizzato tramite uno scaltro lavoro di copia e incolla, manipolando di fatto la telefonata. Ne consegue che il cittadino truffato fornisce il suo assenso a quesiti in realtà mai posti, come l’approvazione a concludere un nuovo contratto in realtà mai voluto. Successivamente, il consumatore riceverà entro trenta giorni, una comunicazione dalla quale risulta il trasferimento ad altro gestore e nel contempo gli verrà recapitata una fattura di cessazione del precedente contratto. 

Come difendersi dalla truffa del sì

Quindi Il rischio di cadere nella trappola insidiosa del “si” molto frequente; di seguito alcuni suggerimenti per sottrarsi agli sgradevoli problemi:

  • Prima di tutto non concedere in nessun modo i propri dati anagrafici;

  • non comunicare il codice POD e/o PDR. E’ necessario sapere che i codici predetti identificano la propria utenza e vanno a individuare in modo preciso il contatore: il codice POD fa riferimento alla erogazione della elettricità mentre il PDR a quella del gas. Entrambi i codici sono indicati nella prima pagina di ogni fattura. Bisogna fare molta attenzione perché tali codici sono il primo elemento che i truffatori chiedono in quanto permette loro di poter trasferire il contratto ad altra società a loro collegata.

  • non fornire assolutamente il codice fiscale, è un dato sensibile che non vi deve essere richiesto telefonicamente;

  • non deve essere mai essere riferito il codice IBAN, tranne se si è oltremodo sicuri dell’interlocutore;

  • naturalmente, non bisogna mai pronunciare la insidiosa parola “sì”. A chi domanda se si sta parlano con Mario Rossi, ad esempio, basta riferire semplicemente “sono io”, questo sarà sufficiente.

  • Naturalmente, sarà necessario registrare il proprio numero telefonico sia fisso, che mobile, sul “Registro delle Opposizioni” (di seguito si indicherà meglio come procedere). Ciò proteggerà il consumatore dal telemarketing legale; di contro, non potrà far nulla contro quello illegale per il quale ad oggi non c’è una fattiva soluzione.

  • Istruzioni per le vittime della truffa del “sì” Il truffato, sovente, percepisce di aver subito il raggiro, quando viene recapitata la prima fattura da un operatore, al quale non ricorda di aver comunicato alcun consenso.   Ebbene, qualora il consumatore si trovasse in tale circostanza, deve inviare al più presto un reclamo formale alla nuova società tramite raccomandata con ricevuta di ritorno al fine di “disconoscere il contratto”.  Nel caso il passaggio al nuovo fornitore non richiesto sia già stato posto in essere (switching), si dovrà inviare il reclamo sempre nella medesima forma intimando la “procedura di ripristino”, affinché il consumatore possa rientrare nella fornitura della precedente società, alle stesse condizioni del contratto a cui aveva aderito all’epoca. Si consiglia vivamente di inviare il Reclamo per conoscenza anche all’AGCM (Antitrust - Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) chiedendo espressamente al medesimo di intervenire in caso di pratiche commerciali scorrette; invero, tra i compiti dell’Antitrust vi è quello di contrastare le pratiche commerciali scorrette nei confronti dei consumatori e delle microimprese e per vigilare in modo che nei rapporti contrattuali tra le aziende fornitrici di servizi essenziali, quali elettricità, gas, telefonia, acqua et similia, non vi siano clausole vessatorie. Di seguito i recapiti: AGCM, piazza G. Verdi, 6/A, 00198 Roma (RM) - pec: protocollo.acm@pec.agcm.it – fax 06.85821256. Inoltre, se la società che ha carpito illegalmente il “si” insiste affinché il consumatore truffato onori la fattura, il medesimo ha la facoltà di poter attivare la conciliazione, che è obbligatoria se si vorranno adire le sedi legali: tale servizio è gratuito tramite il portale www.arera.it dell’ARERA (- Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) in caso di contratti relativi a gas ed elettricità oppure presso il sito www.agcom.it dell’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) per quanto riguarda l’attivazione illecita di contratti relativi alla telefonia. Se la Conciliazione dovesse avere esito negativo, si potrà ricorrere al Giudice Di Pace in caso di fattura al di sotto di 5.000 euro o Tribunale se superiore alla somma predetta. In giudizio si potrà presentare istanza per ottenere l’esibizione della registrazione telefonica; a seguito di ciò si potrà finalmente conoscere la verità e la società verrà condannata anche alla rifusione delle spese giudiziarie. Si consiglia anche di procedere con querela presso le autorità competenti.   Call center molesti, come dire basta Purtroppo la truffa del “si” si realizza non solo per le mirabolanti promesse del notevole risparmio economico, ma anche a causa della veemenza ed aggressività di alcuni call center. Ovviamente, non tutti i call center operano in modo illegale approfittando dell’utente, ma la quasi totalità, purtroppo, agisce con insistenza a tutte le ore del giorno. Ebbene, per tentare di bloccare le telefonate dei call center molesti, è attivo il Registro Pubblico delle Opposizioni, che è esteso a tutti i recapiti telefonici sia fissi, che cellulari. Invero, consente, al consumatore di opporsi alle telefonate di telemarketing indesiderate. I call center sono obbligati a consultare a cadenza mensile il Registro ed in ogni caso, prima di intraprendere campagne pubblicitarie. Una volta iscritti, l’opposizione si estende anche alla pubblicità cartacea. Iscrivere il proprio numero di telefono mobile al Registro è facile  ed ha valore retroattivo: l’iscrizione può essere eseguita direttamente sul sito www.registrodelleopposizioni.it  oppure via email scaricando l’apposito modulo presente sul sito o per telefono, contattando il numero verde 800957766 per le utenze telefoniche fisse e allo 0642986411 per i cellulari.  Con tale procedura i call center in regola hanno l’obbligo di cessare ogni molestia telefonica a danno dei cittadini. 

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